Sono due programmi rivolti verso il sociale e la disabilità. Il primo è incentrato sulla disabilità cognitiva, il lento e inesorabile degrado delle persone affette da Alzheimer; il secondo sulla disabilità fisica congenita o dovuta a traumi e a conseguenze menomazioni.
Entrambi i programmi sono volti a integrare funzioni più o meno attive, laboratori in cui la cooperazione e la inclusione sono le parole chiavi.
Il terzo programma è rivolto al sociale e l'arte, aprendo le porte ai giovani artisti emergenti e gli anziani maestri dell'arte.
La spinta di tutti i programmi è la condivisione e la cooperazione tra varie fasce di popolazione.
Le tre proposte sono state pensate in stretta relazione con le opere d'arte analizzate nel post in cui sottolineo gli artisti che più hanno ispirato i miei programmi.
vedi l'articolo: Tre artisti che incrociano i miei interessi
Il ruolo della neuroscienza ha un ruolo fondamentale nella comprensione della malattia e di come l'architettura contribuisce al rallentamento del decadimento.
La driving force del progetto è la creazione di un centro di riabilitazione protetto e sicuro per una fascia di popolazione fragile.
Il programma incentra la sua progettazione attorno alla cooperazione tra varie fasce di popolazione e disabili sportivi.
La driving force è la creazione di un'anello mancante tra lo sport agonistici e lo sport per tutti, per disabili, in cui la reale forza è la collaborazione.
L'arte al centro di tutto, l'arte è vita, l'arte è unione.
Si innesta in un panorama edilizio ricco di sport e cultura, quali il palazzetto dello sport, lo stadio flaminio, il Maxxi e l'Auditorium; centri che per loro conformazione non sono laboratori multidisciplinari e non sono usufruibili da chiunque.
La driving force è la creazione di un polo artistico fatto di laboratori di molteplici arti visive e figurative, laboratori di arti e mestieri, gallerie d'arte e teatro.
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