mercoledì 22 novembre 2023

Scacchiera e Bang

 


L'opera di MVRDV simboleggia la svolta significativa dell'architettura olandese nell'ultimo decennio del secolo scorso, guidata da cambiamenti economici, sociali, politici e ideologici. Questa trasformazione riflette una nuova forma di democrazia con coinvolgimento cittadino e un impatto delle moderne reti di comunicazione. Il sociologo Ulrich Beck identifica questo passaggio da una "prima modernità" basata sulla nazione-stato a una "seconda modernità" che cerca spazi più ampi, ridefinendo concetti di architettura e urbanistica.

Questa evoluzione teorica si traduce in cambiamenti concreti nel profilo delle città e nel paesaggio urbano olandese. Giovani architetti, tra cui MVRDV, UN Studio e altri, emergono come protagonisti di un'architettura "antidogmatica" e innovativa. Rem Koolhaas gioca un ruolo chiave nel dirigere l'attenzione internazionale su questa nuova produzione architettonica, influenzando la critica e il pubblico.

Il rinnovamento del linguaggio architettonico inizia negli anni '90 con eventi come il simposio di Koolhaas a Delft e la partecipazione olandese alla Biennale di Venezia. Questi eventi alimentano una consapevolezza critica della crisi di valori e la necessità di alternative alla tradizione moderna. La definizione culturale di "Modernism without Dogma" emerge come risposta a una visione tradizionalista. La giovane generazione di architetti olandesi interpreta liberamente il modernismo, risultando in un'architettura inventiva, priva di dogmi e ricca formalmente.


Gli anni della formazione


Winy Maas, Jacob van Rijs e Natalie de Vries si laureano presso l'Università di Tecnologia di Delft nel 1990. Dopo aver collaborato con importanti studi d'architettura europei, nel 1991 partecipano e vincono il primo premio al concorso Europan 2, proponendo un intervento di riqualificazione di un quartiere berlinese del XIX secolo. Questo successo segna l'inizio del loro percorso come gruppo MVRDV, acronimo derivato dai loro nomi.

Il periodo formativo del gruppo è fortemente influenzato dalla collaborazione con studi come Martinez Lapeña & Torres a Barcellona, Mecanoo a Delft e soprattutto, OMA a Rotterdam. Essi collegano le loro esperienze a OMA con concetti come la cultura libraria, l'uso di differenti collaboratori, e l'importanza della comunicazione in architettura. La comunicazione, secondo loro, accelera il pensiero e apre diverse possibilità attraverso l'uso di media diversificati.

Koolhaas gioca un ruolo chiave nel periodo formativo del gruppo, offrendo un approccio teorico e analitico alla metropoli contemporanea. Koolhaas vede la città come un insieme disordinato di forze contrapposte, dove l'armonia è assente e ogni parte è diversa dalle altre. La risposta progettuale proposta è il costante tentativo di superare le discordanze, creando nuovi sistemi di connessioni logiche tra specificità architettonica e instabilità programmatica.

Il concetto di Koolhaas è di aderire il più possibile alla realtà, senza preconcetti morali, e di investigare le dinamiche interne della città, comprese le antinomie e gli aspetti banali. Questo approccio permette un intenso scambio con il contesto, fondamentale per comprendere, migliorare o modificare il progetto.

Il gruppo MVRDV riconosce l'influenza di Koolhaas nel loro percorso, specialmente nella lettura della metropoli e nell'approccio antidogmatico. La fresh generation olandese, e in particolare MVRDV, estende le potenzialità di questa posizione ideologica e progettuale, esplorando nuove ipotesi e sentieri conoscitivi/ideativi.

Il metodo di lavoro di MVRDV si basa sull'applicazione del datascape, definito come "pragmatismo sublimato", con riferimenti ancora una volta a OMA. Winy Maas, già durante la sua collaborazione con Koolhaas, dimostra un'abilità particolare nello sviluppare complessi diagrammi e strategie progettuali.

Il datascape di MVRDV sospende l'essenza dell'intuizione artistica, ma con una notevole libertà decisionale nella manipolazione dei dati. Il gruppo adotta un approccio inclusivo, raccogliendo un'enorme quantità di informazioni durante la ricerca estensiva e interpretando selettivamente questi dati nella fase progettuale.

L'uso generalizzato dei dati diventa il fondamento per la creazione di complessi diagrammi, grafici informativi e rappresentazioni tridimensionali. La creatività di MVRDV non si esprime come l'invenzione di nuove forme, ma come l'indagine e il riesame dei vincoli esistenti.

I progetti iniziali di MVRDV si distinguono per la trasformazione singolare e iconica dei rispettivi programmi, affrontando temi urgenti come la "congestione". Il loro approccio progettuale antidogmatico fornisce risposte concrete e sorprendenti, liberando la creatività da preconcetti.

La chiarezza del processo progettuale di MVRDV è evidenziata dalle tavole diagrammatiche che spiegano la logica del percorso ideativo senza svelare completamente il segreto dei progetti. Il datascape viene considerato uno strumento per identificare "campi gravitazionali" nell'apparente caos dello sviluppo urbano, consentendo un controllo attivo sulle normative che governano la prassi progettuale. Questo approccio permette di analizzare e discutere le restrizioni imposte dalla società, dalle regole o dalle leggi, portandole alla luce attraverso una metodologia di progettazione basata sull'uso della tecnica e sull'osservazione attenta del contesto.


THE IMPRINT

Il progetto 

"The Imprint" di MVRDV, una struttura di intrattenimento a doppia identità, costituisce il cuore pulsante di un nuovissimo centro turistico a Seoul, in Corea del Sud. I due edifici gemelli, noti come "Wonderbox" e "Nightclub", condividono un linguaggio architettonico unico. Un'elegante macchia dorata, che fluttua sopra l'edificio, segna con fierezza l'ingresso del Nightclub e definisce lo spazio della piazza antistante.

Il concept alla base del design di "The Imprint" scaturisce da una domanda essenziale: è possibile concepire una facciata che interagisca con l'ambiente circostante anche in assenza di aperture finestrate?

Il progetto raggiunge tale scopo riflettendo le facciate degli edifici circostanti nell'insieme, come se fossero "drappeggiate" sopra le forme semplici della costruzione, creando un effetto di ombra e un motivo rilevato simile a un disegno inciso.


"Posizionando, in un certo senso, gli edifici circostanti nelle facciate dei nostri edifici e nella piazza centrale, stabiliamo un collegamento tangibile tra The Imprint e i suoi dintorni", afferma Winy Maas, Preside e Co-fondatore di MVRDV. "Ciò assicura coerenza. Paradise City non è una serie di oggetti singoli come Las Vegas, ma bensì una vera e propria città."


Per ottenere l'effetto desiderato delle facciate degli edifici circostanti, la struttura di The Imprint è composta da pannelli di cemento rinforzato con fibra di vetro. Considerando che molti dei 3.869 pannelli sono unici, la realizzazione ha richiesto la creazione di stampi individuali basati sui file di modellazione 3D forniti da MVRDV durante la fase di progettazione. Dopo l'installazione, questi pannelli sono stati dipinti di bianco per accentuare il rilievo nel design.

La presenza della macchia dorata emerge come l'elemento più distintivo e affascinante del progetto, catturando l'attenzione dei passeggeri in arrivo all'aeroporto di Incheon. L'effetto dorato si ottiene in modo semplice, sostituendo la vernice bianca con una dorata, e viene enfatizzato grazie all'illuminazione notturna delle facciate: mentre la parte principale della facciata è illuminata dal basso, la macchia dorata è risaltata da un'illuminazione proveniente dall'alto. Winy Maas commenta, "Abbiamo praticamente spruzzato d'oro questo edificio vergine. Ciò crea l'illusione che l'ingresso sia baciato dal sole anche durante le ore notturne, accogliendo i passeggeri in arrivo con un benvenuto luminoso sopra l'oceano."

Le entrate, dove le facciate si sollevano come tende svelando soffitti specchiati e pavimenti in vetro, irradiano un senso di emozione che si svela all'interno. "La riflessione e la teatralità si fondono armoniosamente," conclude Maas. "Con il nostro design, dopo le esuberanze notturne, durante il giorno si instaura un silenzio quasi zen. Penso che Giorgio de Chirico avrebbe desiderato dipingerlo."


La scacchiera

Alla base dell'ideazione dei "pezzi" della scacchiera vi è uno dei processi da cui nascono la maggior parte dei progetti di MVRDV: Comunicare, Connettere, Estrudere, Ruotare, Appendere, Sollevare.


Ho quindi ipotizzato di lavorare con MVRDV e sulla base di queste indicazioni e sul loro processo creativo, sviluppare il progetto. Di conseguenza, il primo elemento deriva dalla macchia d'orata, ora recisa al corpo principale che  origina un secondo elemento interessante, ho quindi riproposto il drappeggio degli edifici all'interno.Il terzo e quarto pezzo della scacchiera, sono il risultato della sottrazione di un volume centrale.




Con questi quattro semplici pezzi è stato possibile immaginare tre architetture differenti, pensando e ipotizzando immedesimarsi in altri architetti.
















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